Dopo le sanzioni imposte dall’Europa alla Russia, gli Stati Uniti produrranno in proprio il Kalashnikov AK-47
[Articolo pubblicato in data 27/01/2015 su ilcosmopolitico.it]
Il “Kalashnikov AK-47” mitico fucile d’assalto sovietico, il più temuto della “Guerra Fredda”, progettato nel lontano 1947 e venduto in più di 75 milioni di esemplari, quello che ormai è entrato nell’immaginario collettivo come l’arma preferita di Bin Laden e di ogni altro terrorista sia esso di Al Qaeda o dell’Isis, quel fucile che ormai campeggia ed è diventato oggetto di satira già da un pezzo sul giornale di “Charlie Hebdo”, quel fucile più usato nel mondo in ogni focolaio di guerra, per conquistare territori o in alcuni casi per riacquistare la propria libertà a seguito del periodo coloniale e imperialista, usato in ogni atto terroristico, da cartelli della droga, regimi dittatoriali, e organizzazioni criminali mafiose, perché affidabile, economico (prezzo 800/1000 dollari nelle armerie USA), ebbene quel fucile, simbolo dell’industria bellica russa, sarà prodotto sul suolo americano e non più in Russia.
Fonti della CNN informano di una produzione che inizierà nel secondo trimestre del 2015 da parte della società americana Russin Weapon Company che importava dalla Russia il mitico “Kalashnikov AK-47” .
Motivo? La perdurante crisi ucraina che vede il coinvolgimento diretto della Russia, ha indotto il governo degli Stati Uniti e l’Unione Europea ad adottare una serie di misure diplomatiche ed economiche mirate a colpire gli interessi russi. Nell’ambito di tali sanzioni l’Amministrazione USA ha vietato, già a partire dallo scorso luglio, alle aziende americane di fare affari, direttamente o indirettamente, col colosso armiero russo. E poiché l’importatore americano RWC aveva raggiunto in precedenza un accorso per la fornitura di 200 mila esemplari per l’anno 2014, si è trovato spiazzato di fronte al blocco totale delle importazioni dei fucili. Nell’estate scorsa tale notizia, rimbalzata attraverso i media americani, aveva indotto tanti consumatori appassionati ed estimatori del “mitico” fucile ad accaparrarsi tutti gli esemplari in circolazione. Attualmente negli USA gli unici esemplari in vendita sono copie polacche e rumene.
Alla luce della significativa domanda, non soddisfatta a causa delle sanzioni, l’azienda americana RCW ha deciso di aprire in loco una produzione di assemblaggio dei fucili di assalto ai quali si affiancano anche carabine sportive e venatorie che prima pure venivano importate dalla Russia.
La strada dell’assemblaggio in loco dovrà, per essere legalmente praticabile, riguardare però prodotti fabbricati totalmente da qualche azienda statunitense e non importati dalla Russia, anche se in quel caso, corrispondere le relative Royalties sarà problematico.
Le sanzioni degli USA, non hanno data di scadenza: resteranno in vigore finché non saranno annullate da un atto del Congresso USA o da un “ordine esecutivo” del Presidente degli Stati Uniti, cosa che risulta attualmente molto improbabile.
Il mercato europeo, dove i prodotti Kalashnikov sono acquistabili, a meno che non interverranno sanzioni simili in capo all’azienda russa da parte dell’UE o di singoli stati membri, potrebbe aggirare (in modo illegale) l’embargo imposto alla Russia distribuendo tali armi sul mercato USA facendole far passare attraverso qualche azienda europea.
L’inventore del Kalashnikov AK-47”, Mikhail Kalashnikov, morto nel dicembre del 2013 all’età di 94 anni, se oggi fosse vivo chissà come reagirebbe alla notizia che la sua invenzione, che ha causato più morti della bomba di Hiroshima del 1945, verrà prodotta negli USA.
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