Lai, con oltre 5 milioni di voti, e sotto le pressioni della Cina, ha conquistato il terzo mandato del Partito progressista a Taiwan
È William Lai, del Partito democratico progressista, il nuovo presidente di Taiwan. La Commissione elettorale centrale ha annunciato la vittoria del candidato del Dpp (per la terza volta alla guida del Paese) con il 40,2% dei voti, superando la soglia record dei 5 milioni di consensi. Dietro al neo presidente si è piazzato Hou Yu-ih con il 33% dei voti, in corsa per i nazionalisti del Kmt e che la Cina voleva al comando, e a seguire con il 25,28% dei consensi, Ko Wen-je del Partito popolare (Tpp).
Secondo le prime stime l’affluenza per eleggere il suo nuovo presidente e per il rinnovo dei 113 seggi dello Yuan legislativo, è stata di oltre il 70% degli aventi diritto che sono 19,5 milioni su una popolazione di 23 milioni. Un record.
I sondaggi fino al 3 gennaio davano in testa Lai, ma con un vantaggio di pochi punti percentuali su Hou.
Determinante per la vittoria di Lai sono stati i voti dei giovani, tra i 20 e i 39 anni, che rappresentato oltre il 30% degli elettori. Giovani che hanno sostenuto un voto a favore di alcune questioni salienti del programma elettorale di Lai: come il rallentamento dell’economia, l’accessibilità degli alloggi, il divario tra ricchi e poveri e la disoccupazione.
Il nervosismo della Cina
Dietro alle elezioni ci sono le pressioni e intimidazioni della Cina che non intende lasciare andare Taiwan: l’oscuramento sulla piattaforma mandarina di social media Weibo, l’X cinese, dove ha bloccato gli hashtag sul voto, e quel traffico convulso di otto jet e sei navi militari cinesi che circolavano intorno all’isola nelle ore successive al voto. Oltre ai soliti palloni spia nei cieli.
Discorso di Lai
William Lai, appena dopo la vittoria, ha detto di avere mostrato al mondo quanto abbiano a cuore la loro democrazia; che il popolo taiwanese ha resistito alle pressioni di forze esterne per influenzare le elezioni; di essere, in quanto presidente, determinato a salvaguardare Taiwan dalle continue minacce e intimidazioni da parte della Cina e a mantenere lo status quo sulle due sponde; che si impegnerà a portare nel suo governo talenti provenienti da contesti politici diversi per costruire un ambiente politico di cooperazione e di comunicazione.
Ora resterà da capire se Lai con il suo partito manterrà la maggioranza in Parlamento a Taiwan, o se dovrà cercare il sostegno del Partito popolare (Tpp).
E come condurrà la battaglia contro l’autocrazia della Cina.
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